The Missing Sodder Children


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Morrison tornò dai Sodder con lo sguardo addolorato, si avvicinò a George scuotendo la testa, senza riuscire a guardarlo negli occhi, si fermò davanti a lui: «Mi dispiace». George si girò verso Jennie, lei non aveva visto arrivare Morrison, era occupata a dondolare Sylvia tra le sue braccia, che finalmente sembrava essersi tranquillizata, intorno a lei John, George Jr e Marion si stavano tenendo per mando, cercando di darsi forza a vicenda.
«Se vuole parlo io con sua moglie», Morrison disse quelle parole più per compassione che per convinzione e non appena le pronunciò si accorse vigliaccamente che non ce l’avrebbe fatta a soppertare il dolore di quella donna. George senza rispondere al capo dei vigili del fuoco, probabilmente senza neppure aver sentito quelle ultime parole, si allontanò da lui per avvicinarsi a Jennie, la donna quando vide gli occhi del marito si rese conto di quello che il suo cuore aveva coveto per tutto quel tempo, la consapevolezza di aver perduto la sua vita, i suoi bambini erano morti bruciati vivi, quel pensiero esplose dentro la sua testa, vedeva il viso delle sue principesse Jennie e Betty… la piccola dolce Betty. Vide Martha mentre cercava di proteggere le sue sorelline e vide i suoi due omini, i suoi sbadati e inseparabili dormiglioni, Maurice e Louis svegliarsi di soprassalto quando ormai era troppo tardi, li vide tutte e cinque mentre le fiamme senza pietà stavano divorando i loro corpi. Sentì le loro grida, guardò le loro lacrime cadere. Rivisse ogni drammatico secondo nella sua testa, perchè li aveva abbandonati al loro destino, lei avrebbe dovuto asciugare quelle lacrime, placare quelle grida e ora i suoi piccoli non c’erano più. Se n’erano andati per sempre.
Stava impazzendo, doveva vederli un’ultima volta, non le importava la condizione dei loro corpi, doveva farlo. Quando George fu abbastanza vicino, gli allungò Sylvia e mentre lui era occupata a stringerla tra le sue braccia, Jennie en approfittò per correre dentro la casa.
«Mamma!», John fu il primo ad accorgersi di quello che stava succedendo.
«Jennie! NO!», la voce di George, spaventò Sylvia che ricominciò a gridare di terrore.
Jennie schivò i pompieri che sorpresi cercarono di fermarla, camminò velocemente sulle scale ed entrò nella soffitta. Era tutto semibruciato. Si guardò intorno perplessa, si avvicinò a ciò che rimaneva dei letti, li passò uno a uno e quando arrivò all’ultimo, le gambe le cedettero, svenne.
Non è possibile, non è possibile, non è possibile, non è possibile, non è possibile...”, il suo ultimo pensiero prima di perdere i sensi.
Continua...
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