CAPITOLO
20
Cristina
esausta questa volta si addormentò veramente, persa in
quell’oscurità e in quel silenzio, la svegliò il rumore della
botola che si stava aprendo sopra di lei. In quel momento pensò che
ormai per lei era arrivata la fine, sarebbe morta dimenticata in un
buio infinito oppure chi aveva preso il bambino con cui aveva diviso
quello spazio, avrebbe preso anche lei e l’avrebbero uccisa, perché
quel bambino era così terrorizzato che sicuramente era già morto.
Quei pensieri stranamente non la spaventarono, erano passate così
tante ore, forse giorni, non sapeva più nulla, il dolore al braccio
continuava a tormentarla, desiderava solo che finisse tutto, tornare
indietro non le sembrava più possibile. La luce sopra di lei
scomparve, un fruscio, un tonfo e un lamento. Possibile fosse il
ragazzino di prima, possibile fosse ancora vivo? Cosa stava
succedendo in quell’edificio? Chi erano quelle persone?
L’altra
presenza cominciò a muoversi.
-
Il
Signore è con me, il Signore è con me. Marco non devi aver paura,
il signore è con me. Lui è la mia forza!
Non
sembrava la voce di prima, questa voce era forte, decisa, doveva
essere un altro bambino, ma anche lui era un fanatico religioso?
Marco la toccò e lei si ritrasse emettendo un gridolino
involontario.
-
Luca sei tu?
Cristina
non sapeva cosa fare.
-
Luca non avere paura.
La
voce del ragazzino non era una voce cattiva e lei non sarebbe potuta
scappare da quella stanza.
-
Non sono Luca. Mi chiamo Cristina.
-
Cristina?
-
Sì e tu chi sei?
-
Io sono Marco...credo. Ma tu cosa ci fai qui? Sei stata anche tu con
gli uomini Bianchi?
-
No, io mi sono persa. Stavo scappando di
casa, sono entrata in questo edificio per riposarmi e sono caduta in
un
buco. Nessuno sa che sono qui e ho molta paura.
-
Non
devi aver paura. Io sono stato con gli uomini Bianchi,
mi hanno fatto molto male ma alla fine ho capito che l’unica cosa
che volevano insegnarmi è che non dovevo aver paura né di loro né
di niente, l’unica cosa che possono farti gli altri e farti provare
dolore, ma Dio è con noi
-
Non capisco, scusa
perché ti hanno fatto del male? Perché devi soffrire per capire che
Dio è vicino a te. Quello che dici non ha senso.
Marco
rimase in silenzio.
-
Marco?
Il
ragazzino non rispose.
-
Marco ti sei offeso?
Un
rumore sopra le loro teste, uno spiraglio di luce. Voci in
lontananza. Un rumore vicino a loro, come di qualcuno che avesse
saltato dall’alto e fatto schioccare le suole delle scarpe sul
pavimento.
-
Cazzo! C’è mancato poco!
-
Giovanni?
-
Marco?
Continua...
Puoi seguire tutti i capitoli pubblicati nella sezione Il Passo Dei Maledetti
"Il Passo dei Maledetti" racconto a puntate di Eva Gianella. Capitolo 20
Puoi seguire tutti i capitoli pubblicati nella sezione Il Passo Dei Maledetti
"Il Passo dei Maledetti" racconto a puntate di Eva Gianella. Capitolo 20
Nessun commento:
Posta un commento