Respira, non respira, respira, non respira, ad ogni respiro i suoi polmoni si bloccavano per alcuni istanti, poteva ascoltare meglio i rumori della notte, così diversi da quelli del giorno.
Perché il buio mette tanta paura…respira…non respira…tratteneva il fiato, come se in quel modo potesse concentrare il suo udito unicamente sui rumori circostanti, ascoltare significava, accorgersi dell’arrivo di qualcuno, di qualcosa…respira.
Incredibile come il buio penetri ogni essenza mutandola, gli alberi erano così diversi da quelli conosciuti, i saluti degli animali lanciati durante il giorno, solo gridi nella notte, quel posto, visitato per anni, le era divenuto sconosciuto.
Non riusciva a muoversi, non poteva scappare, forse poteva parlare, non lo sapeva, si sentiva troppo spaventata per provare, la sua voce poteva attirare…chi?Non sapeva più neppure quello, perché aveva paura? Niente. Difficile pensare, la sua mente si stava atrofizzando come i suoi muscoli…non respira…i suoi occhi erano immobili spalancati, bruciavano, la secchezza li aveva inariditi, erano stanchi, non riusciva a chiuderli, provava e riprovava, nessun muscolo rispondeva ai suoi sforzi…respira.
Qualcosa aveva cominciato a camminare sulle sue gambe…non respira…la luna splendeva, la sua luce mostrò a Paola di chi fossero le zampette che stavano percorrendo il suo corpo, lepidotteri defogliatori…respira.
Li conosceva bene, si muovevano in gruppo, uno dietro l’altro a formare lunghe file di cui si scorgeva solo l’inizio. Nessuna fine. …Non respira…inorridita provava a scacciarli dal suo corpo, non poteva, metteva tutta la forza che possedeva dentro di sé, ma ogni muscolo quasi con indifferenza si ostinava a non muoversi.
Sentiva funzionare debolmente il cuore, i polmoni, la mente…respira.
I lepidotteri continuavano inarrestabili la loro marcia sulla sua pelle, erano tantissimi, e sarebbero stati sempre di più, avrebbero ricoperto interamente la sua figura…non respira…Paola, improvvisamente, vide qualcosa nell’ombra, tutto le fu chiaro, era lei, era tornata, non un sogno ma l’incubo peggiore, la realtà…respira.
La mente era riuscita a compiere il suo ultimo pensiero di terrore, più niente, il cervello sembrava essersi arreso di fronte al destino che aveva già raggiunto il resto del corpo…non respira...respira...non respira…non respira…non respira…
Tratto dal libro "Nero...Destino" Eva Gianella. Il Filo. Roma
Bellissimo! Lo posso trovare su internet il romanzo completo?
RispondiEliminaVisto che non è più invendita se ti piace te lo posso inviare, naturalmente gratis, via mail, puoi scrivermi il tuo indirizzo qui: eiwa@hotmail.it
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