Il Male della Mente

                     
«Se provi a gridare o qualsiasi cosa, ti taglio la gola qui seduta stante, capito?»

«Mmmmmm.»
«Tranquilla, non ti succederà niente di male; solo voglio qualcosa da te, ok?»
«Mmmmmm.»
«Vieni Tia, aiutami.»
Tia era paralizzato, si era fermato al limite del campetto tra due alberi, lo sguardo fisso, come il mio, su quello che stava succedendo davanti a noi.
«Tia, per l'amor del cielo, non deludermi proprio ora, non stiamo facendo niente di male, prima finiamo e meglio è per tutti o vuoi che qualcuno si faccia male.»
Cominciò a camminare senza voglia verso Rico.
«Bravo! Adesso, devi fare una cosa semplice. Tienile stretta la testa, non fare in modo che si giri, e premi, con tutta la forza che hai, l'altra mano sulla sua bocca.»
Tia seguì esattamente le istruzioni di Rico senza proferire parola, come in trance.
Dopo essersi assicurato che Tia fosse in grado di controllare la situazione, Rico cominciò ad aprire i pantaloni della ragazzina.
«Mmmmmm mmmmmm mmmmmm.»
Le tolse le scarpe e gli sfilò i pantaloni violentemente, i suoi movimenti erano veloci e nervosi, guardava verso tutte le direzioni senza fermare le sue mani, anche se sapeva che c'ero io lì di guardia, pronto a dare l'allarme in qualsiasi momento.
Lasciò la ragazzina con le gambe nude che scalciavano e si sporcavano sull'erba del prato.
«Mmmmmm  mmmmmm MMMMMMM.»
«Tia, MERDA, la riesci a spingere con un po' di forza quella mano sulla bocca o vuoi che ci scoprano? »
«Mmmmmm.»
«Ho già finito, non ti preoccupare.»
Le sfilò le mutandine.
Io e Tia non riuscivamo a credere ai nostri occhi, eravamo bloccati dal terrore, ancora non sapevamo le intenzioni di Rico, fino a dove si sarebbe spinto e fino a dove saremmo stati in grado di spingerci noi, prima di dire basta. 

Dal romanzo "Il Male della Mente" (recentemente terminato e in cerca di editore)

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