CAPITOLO
21
-
Ragazzi
non so cosa ci stia succedendo, ma vi dico in serio che lì
fuori è un delirio assoluto.
-
Giovanni come sei arrivato fino a qui, sei già stato con gli uomini
Bianchi?
-
Marco te sei fuori di testa! Chi cazzo sono sti uomini bianchi? No,
no sai cosa ti dico, lascia stare tanto te non sai che parlare di
uomini Bianchi, uomini Neri, mentre te parli, io sono riuscito a
scappare bello mio.
-
Non ci credo. Scappare è impossibile.
-
In parte no e in parte questa volta hai ragione, almeno
per il momento.
Sono riuscito a scappare da dove ci tenevano rinchiusi, sì insomma
da dove ci siamo conosciuti, se così si può dire. Ho corso in linea
retta senza fermarmi per non so quanto tempo, ma di chilometri ti
assicuro che ne ho macinati parecchi e sai fin dove sono arrivato.
-
No e non mi interessa.
-
Che??? Allora con te non ce neppure da perdere il fiato. Sei fuori di
testa esattamente come loro.
Giovanni
rimase in silenzio, con le braccia incrociate e il viso imbronciato.
-
Io,
però, vorrei sapere fin dove sei arrivato.
Quella
vocina dolce lo fece trasalire ma senza spaventarlo.
-
Cavolo e te chi sei adesso?
-
Io sono Cristina.
-
Cristina mi immagino che tu sia nella nostra identica situazione, mi
dispiace ma la verità è che sono arrivato fino al confine più
estremo di questa proprietà e porca paletta ci sono delle recinzioni
elettriche alte per lo meno 5 metri e ti assicuro che funzionano o
tirato un sasso e le scintille lo hanno fatto volare come una
nocciolina! Così ho fatto dietro-front, mi serve del tempo per
riflettere e pensare al
modo di uscire vivo da qui, ma mi stavano già cercando e così per
nascondermi sono entrato qui dentro, dove ovviamente tanto per
cambiare è tutto buio e devo essere caduto in una specie di buco, ma
dolcemente, quindi significa che c’è uno scivolo.
-
Hai detto “Questa proprietà”, cosa significa?
-
Oh mamma mia non dirmi che sei un’altra tutta strana, tipo sto qui.
Comunque Cristina adesso scusa ma dobbiamo concentrarci su come fare
per disattivare l’elettricità di sto cavolo di manicomio a cielo
aperto.
-
Dio è con noi Giovanni, semplicemente devi mantenere la calma e
accettare il tuo destino.
Marco
parlò cercando di trasmettere la sua pace.
-
Cristina lascia perdere sto fanatico e ascoltami bene
-
Nessuno
ti ascolterà, perché devi stare zitto, ti ho detto che non si può
scappare da qui!
Marco
cercò di afferrare il braccio di Giovanni, ma trovò solo il suo
maglione, il ragazzino si divincolò dalla presa rapidamente.
-
Non ti azzardare a toccarmi razza di depravato, vedrai come scappo da
te e da tutti gli altri, non me ne frega niente che siano uomini
neri, bianchi o rossi! Cristina se vuoi venire con me dammi la mano.
Bisogna provarci. Ho visto quella che mi sembrava una piccola
centrale elettrica non troppo lontano da qui.
Cristina
allungò la mano e Giovanni la incontrò subito, era calda e morbida,
quel tocco lo fece sentire strano.
Marco
aveva percepito quel movimento vicino a lui, ed era come se stesse
vedendo quella stretta di mano nascosta dall’oscurità e
non gli piaceva per niente.
-
Andiamo Cristina
I
ragazzi cominciarono a risalire lo scivolo da cui erano caduti.
-
AIUTO! AIUTO! SONO QUI! STANNO SCAPPANDO! STANNO SCAPPANDO! AIUTO!
Le
grida di Marco esplosero nelle orecchie di Giovanni e Cristina. Come
dinamite.
Continua...
Puoi seguire tutti i capitoli pubblicati nella sezione Il Passo Dei Maledetti
"Il Passo dei Maledetti" racconto a puntate di Eva Gianella. Capitolo 21
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