Il Passo dei Maledetti di Eva Gianella

CAPITOLO 10

Aspettare non era facile, Marco aspettava.
Marco, così l’aveva chiamato quell’uomo dentro la macchina, da quel momento quasi non ricordava neppure più il suo vero nome, nessuno tanto l’aveva mai chiamato, per questo non importava poi molto.
L’altro ragazzino nella stanza era una presenza assente, l’unica cosa che Marco percepiva di lui era un continuo lamento quasi impercettibile.
La stanza cominciava a puzzare, lui respirava il meno possibile, il suo compagno doveva essersi defecato addosso, anche se addosso non aveva niente e quello che il suo corpo aveva perso doveva essere lì sul suolo della stanza. Non lo vedeva ma era come se lo vedesse attraverso il suo naso.
Si teneva stretto le braccia con le mani graffiandosele ripetutamente.
Aveva fame. Doveva andare in bagno. Aveva sete. Tutto cominciava a girare un po’, anche se tutto era nero.
L’attesa lo consumava, cosa avrebbe dato per non aspettare nulla. Sapeva che l’Uomo Nero sarebbe tornato per lui, quel mugolio continuo nella stanza lo tormentava, non poteva pensare ad altro che a quello.
Il portone si aprì. Marco striscio all’indietro fino a sbattere contro la parete più lontana, continuava a tenersi stretto, troppo. Le unghie conficcate dentro la sua carne.

- No no no no no no

Un sibilo.
Un corpo attraversò il portone che si richiuse.

- C’è qualcuno?

L’Uomo Nero non parlava.

- C’è qualcuno? Qualcuno mi sa dire dove siamo?

Ne era arrivato un altro. Riprese a respirare lentamente.

- Ci sono io
- Chi sei?
- Marco e tu chi sei?
- Giovanni. Mi chiamo Giovanni.

...Continua


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"Il Passo dei Maledetti" racconto a puntate di Eva Gianella. Capitolo 10

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