"Il coraggio di vivere" di Michele Starvaggi



“Adesso capisco realmente cosa stavo per fare e
quanto male avrei provocato alla mia dolce Giada.
Se ripenso al mio passato, a questi ultimi mesi. Mi
sento come un bambino che nel suo letto sente
forte, proprio sul suo petto, il peso della paura del
buio. Forse stavo anche peggio, io il buio me lo
sentivo scorrere nelle vene ogni volta che
m’iniettavano quel siero per me tanto inutile quanto
devastante. Quel bambino è molto più fortunato, gli
basta aspettare la luce del mattino per trovare la via
d’uscita, io quella luce non la vedrò mai. Vedevo la
mia pelle cambiare colore, il mio volto gonfiarsi, i
miei capelli cadere. Ben poco era rimasto del mio
corpo vigoroso, il mio ventre vacillava e si
contorceva ogni volta che venivo inzuppato di
terapie. Il mio sguardo appannato dalle lacrime non
perse mai la voglia di guardare oltre, tranne, che per
quel triste giorno in cui decisi di autodistruggermi.
Di stronzate ne avevo fatte nella mia vita, ma come
quella mai. Non bisogna mai perdere la speranza,
non sono un condannato a morte, sento e vivo solo
il peso di sapere anticipatamente, proprio come una
mozzarella, la mia data di scadenza, di fine.
Ragionandoci bene, questo fa parte della natura
umana, ognuno di noi potrebbe morire adesso, oggi
o domani, all’improvviso, senza preavviso. Nella
natura delle cose non c’è dato sapere quando quella
luce celeste ci riempirà gli occhi e ci richiamerà a
quel giardino dal quale siamo venuti. La bellezza
della vita contempla anche la morte che ci permette
di lasciare il nostro fardello di carne per divenire
immagine di vita. Tutto ha un senso in questo
grandioso gioco e il nostro eterno viaggio permette
l’entrata in gioco di un altro giocatore. Nessuno ci
riflette, pensiamo di avere attenuanti, come la
bellezza o la giovinezza, ignorando che il destino il
più delle volte è meschino e beffardo. Ci sentiamo
invincibili dimenticando che siamo plasmati sulla
fragilità umana. Questi ultimi battiti di tempo,
anche se apparentemente pochi, hanno acquistato
una forza e una densità che valgono come altri
trent’anni. La vita regala ciò che si merita e dà le
prove più difficili a coloro che sono in grado di
portarle al termine. Io adesso mi sento fortunato,
posso vivere a pieno il tempo che mi resta, godere
ogni istante, ogni odore, ogni lacrima, ogni raggio
di sole e ogni sorriso della mia Giada. So bene che
sembra un discorso senza alcun senso logico ma
basta solo qualche istante di riflessione per capire
che non fa una grinza. Ripeto, io non sono e non
mi sento un condannato a morte, al massimo sono
uno che ha sbirciato le carte del mio avversario: il
destino!”


 Tratto dal romanzo "Il coraggio di vivere" di Michele Starvaggi
in vendita in tutte le librerie Feltrinelli e su lafeltrinelli.it
www.michelestarvaggi.org

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